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La vera meditazione: essere presenti a sé stessi

Krishnamurti e le sue domande. Se guardiamo questo altro bel documentario su questo grande personaggio, vissuto anche lui tra Oriente e Occidente, capiamo il messaggio di questo pensatore che non è quello di tramandare teorie filosofiche, ma quello di risvegliare la nostra intelligenza interiore per trovare da noi le risposte ai grandi quesiti della vita. Lui dice che nel momento in cui ci liberiamo dai vincoli della cultura, delle tradizioni, della nostra educazione, del nostro passato arriviamo alla vera libertà incondizionata. Certo detto così sembra difficilissimo, ma la sua indicazione della via da seguire è forse la più "reale", quella che entra nel profondo della vita di tutti i giorni.

Per lui la vera meditazione è essere consapevoli nella nostra vita quotidiana, di quello che stiamo pensando o stiamo facendo.E nel momento in cui ci osserviamo ecco che appare la nostra vera intelligenza. "Dobbiamo imparare ad osservare, senza il tempo, senza il passato. Semplicemente guardare con attenzione, guardare le nuvole, gli alberi, gli uccelli, quando si guarda con diligenza non c'è nulla da apprendere, appare il vuoto e l'energia che tutto permea". E dice ancora: "Se hai intenzione di meditare, non sarà meditazione. Se hai intenzione di essere buono, la bontà non fiorirà mai. Se coltivi l'umiltà, essa cessa di essere. La meditazione è come la brezza che entra quando lasci la finestra aperta; ma se di proposito la tieni aperta, di proposito la inviti a venire, non apparirà mai. La meditazione non è la via del pensiero, perché il pensiero è astuto, con infinite possibilità di autoinganno e così perde la via della meditazione. Come l'amore, non può essere cercata."

(da "La sola rivoluzione" - Ubaldini Editore).

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